“L’Orto botanico di Padova, insieme a quello di Pisa, è una delle prime strutture architettoniche destinate allo studio universitario realizzate in Europa”. In seguito anche altre importanti sedi universitarie, non solo italiane, progettarono i propri orti botanici: da Bologna a Firenze, da Leida a Oxford. Quello di Padova, però, conserva delle caratteristiche uniche: “Non solo è il più antico per quel che riguarda il luogo di insediamento, con la collocazione originaria mantenuta nel corso dei secoli, ma conserva anche un impianto molto particolare: gli altri orti botanici sono strutturati secondo una sequenza di aiuole quadrate disposte lungo il terreno, nel caso di Padova siamo di fronte a uno spazio organizzato in quattro grandi aiuole interne circondate da una struttura circolare. In origine era stata pensata come una grande struttura architettonica, con alcune stanze all’interno per conservare anche collezioni naturalistiche. Quello che noi vediamo oggi è un grande muro che cinge l’interno ed è, a sua volta, circondato, fuori, da altri settori di collezione botanica con alberi di alto fusto”.
Dopo aver parlato di medicina ed economia, temi al centro della prima e seconda puntata delle serie dedicata alla relazione tra le piante e gli studi/competenze di docenti e ricercatori, ora spostiamo l’attenzione verso l’architettura. Partendo dalla memoria storica, Stefano Zaggia, docente del dipartimento Icea, storico dell’architettura e protagonista del terzo episodio de La natura e noi, passeggiando tra le serre vecchie, riscopre le origini, la fondazione e la costruzione degli orti più antichi, mettendosi sulle tracce di un passato lontano e concentrandosi, in particolare, sulla struttura e l’allestimento del giardino botanico di Padova.
Nel libro L’Università di Padova nel Rinascimento. La costruzione del palazzo del Bo e dell’Orto botanico (Marsilio) Zaggia scrive: “Il 31 luglio 1545 il Senato veneziano approvava una delibera con la quale stabiliva la fondazione di un Orto dei semplici a uso dell’università: un luogo idoneo nel qual si possa comodamente piantar, disponer et conservar li semplici acciò che con il senso et con la investigatione, si possa perfettamente et con facilità acquistar tale scientia, per universal benefficio delli homini“.
“L’allestimento di quello che doveva essere semplicemente un ausilio didattico destinato alla sperimentazione scientifica – continua il professore nel suo libro – ben presto finì per travalicare il mero ambito accademico per assumere un ruolo centrale all’interno della struttura istituzionale stessa dello Stato veneto. Tanto più se ci si sforza di mantenere collegato l’Orto con l’impresa destinata a creare una sede unica dello Studio: solo otto giorni separano la delibera per la costruzione del giardino da quella per l’acquisto di tutte le case del Bo. In gioco ora è, come viene ribadito negli atti, l’honor dil stato nostro, il mito di Venezia”. E ancora: “Di questa concezione è una prova il comportamento inusitato rispetto ai costumi abituali delle magistrature veneziane, i cui responsabili patrizi ben di rado lasciavano la capitale, tenuto da Sebastiano Foscarini, il più autorevole e illustre tra i riformatori in carica, tutti di alto profilo culturale […] Egli fu personalmente a Padova tra il 7 e il 9 luglio, per impostare il programma dei lavori e gli atti finanziari connessi alla costituzione della sede centrale del Bo e alla fondazione dell’Orto botanico”.
Il cantiere per la costruzione dell’Orto fu avviato nei primi mesi nel 1546, nell’estate dello stesso anno la struttura aveva raggiunto una chiara e definita configurazione e l’impianto era, dunque, pronto a svolgere le proprie funzioni.
Riprese e montaggio: Elisa Speronello
Responsabile produzione: Francesca Boccaletto
Consulenza per i contenuti: Lidia D’Angelo
Location: Orto botanico di Padova