I giardini terapeutici si sono moltiplicati negli ultimi 10 anni, e per una buona ragione: il giardinaggio fa bene al corpo e alla mente. Case di riposo, centri di cura e ospedali hanno compreso i benefici dei giardini curativi.
A chi è rivolto
Gli orti terapeutici sono giardini destinati ad integrare l’offerta di cure mediche e paramediche, presso ospedali, case di cura, case di riposo, centri di rieducazione o riabilitazione e centri di accoglienza per disabili. Sono destinati a tutte le persone, anziane e non, che hanno problematiche e disturbi causati dal ricovero o dalla vita comunitaria, o che si trovano in una situazione di perdita di autonomia, squilibrio psicologico (depressione, patologie psichiatriche), disturbi motori o cognitivi (morbo di Alzheimer, disabilità, ritardo mentale).
L’orto terapeutico è consigliato per la salute psico-fisica degli utenti, in particolare per i malati di Alzheimer. Ha quindi il suo posto come complemento al protocollo di cura nelle strutture sanitarie, come terapia non farmacologica.
Secondo uno studio pubblicato dall’Università di Oxford, il giardinaggio aumenterebbe la fiducia in se stessi e l’autostima. Confrontando un gruppo che ha praticato giardinaggio per una settimana con un altro che non lo ha fatto, lo studio ha rivelato che gli appassionati di giardinaggio avevano un’autostima significativamente migliore rispetto a quelli senza pollice verde. Secondo i ricercatori, “il giardinaggio può svolgere un ruolo chiave nello sviluppo del benessere e della fiducia in se stessi”.
Inventata nel XVIII secolo dallo psichiatra americano Benjamin Rush, questa terapia di giardinaggio accompagna i pazienti indeboliti da malattie o disabilità (Alzheimer, Parkinson, disturbi dello spettro autistico, disabilità fisiche o mentali, dipendenze, disturbi psichiatrici, ecc.). Il giardinaggio mantiene in attività il cervello: richiede infatti sapersi orientare nel tempo e nello spazio, saper memorizzare i nomi delle piante e armarsi di pazienza, tutti criteri che stimolano molto bene l’attività intellettuale.
Il ruolo del giardino terapeutico
Un giardino terapeutico è un luogo di piacere che costituisce un ambiente stimolante ma al contempo anche una componente medica complementare del percorso di cura.
Il giardino in generale e il giardinaggio in particolare hanno effetti positivi sul corpo e sulla mente:
- Aiutano a combattere la perdita dell’orientamento;
- Leniscono, equilibrano, favoriscono l’apertura al mondo esterno, aiutano a ravvivare l’invidia, anche l’autostima grazie alla possibilità di svolgere determinate attività lavorative gratificanti di giardinaggio;
- Sono un’occasione per godersi la vita all’aria aperta e il sole che permette la sintesi della vitamina D;
- Consentono di camminare e di praticare un minimo di attività fisica;
- Danno vita a svariate attività tra cui il giardinaggio e la raccolta ma anche attività ludiche come scoprire nuove piante, osservare insetti e uccelli, oltre a momenti di discussione e degustazione in giardino;
- Stimolano i sensi.
Pubblicato dall’International Journal of Environmental Health Research, uno studio mostra che il giardinaggio fa molto bene anche al cuore. Contrariamente alla credenza popolare, il giardinaggio è un’attività fisica. Oltre a ridurre la pressione arteriosa, rilascia endorfine e dona un senso di benessere maggiore rispetto a un semplice esercizio sportivo.
Una risorsa anche per la salute mentale dei caregivers
Installare un giardino terapeutico nel cuore di una struttura sanitaria è un atto forte nella prevenzione del burnout: un’oasi verdeggiante, coltivata, profumata, permette agli operatori di trascorrere ore all’aria aperta, respirare aria fresca ed essere esposti alla luce del giorno, passeggiando lungo le aiuole.
Consente si abbassare il livello di stress complessivo, per tornare al lavoro con serenità e disponibilità.
Tra il personale infermieristico il burnout è meno presente nei reparti con giardino, con un notevole ampliamento del beneficio quando il giardino è allestito. I professionisti affermano addirittura di sentire un dinamismo psicologico e fisico rinnovato dall’accesso a uno spazio verde.
Allestimenti e idee per realizzare un giardino terapeutico
La progettazione di un giardino terapeutico non segue un modello particolare. Qualsiasi giardino può essere a scopo terapeutico, purché adatto a persone con mobilità ridotta, indebolite dall’età o da malattie. In questo modo avremo eliminato le fonti di potenziale pericolo: piante allergeniche, irritanti o con spine, vegetazione che attira insetti, rami bassi nei corridoi, bordure a livello del suolo che potrebbero causare cadute, pavimenti scivolosi in caso di pioggia o con ostacoli.
I vialetti lastricati faciliteranno l’accesso al giardino per le persone in sedia a rotelle, le panchine inviteranno al riposo e all’osservazione, i tavoli permetteranno di praticare alcune attività di giardinaggio “in altezza” e in posizione seduta, per chi non può abbassarsi o rimanere in posizione eretta, e percorsi tematici (come il percorso dei sensi e quello riabilitativo) motiveranno le passeggiate.
Un giardino di benessere all’ospedale Niguarda: “il verde che cura”
Il dottor Marco Bosio, presidente della Fondazione e direttore Generale di Niguarda, ha spiegato il progetto per la realizzazione di tre “giardini della salute” (giardini terapeutici- sensoriali) rivolti a bambini e ragazzi con disturbi della salute mentale e disabilità psichica e a persone con malattie croniche progressive in fase avanzata ricoverate presso l’Hospice. In quest’ultimo caso, gli spazi progettati dovranno favorire la condivisione con gli altri, l’attenzione a se stessi e la meditazione, tenendo conto anche delle diverse spiritualità, garantendo un ambiente familiare dove poter trascorre del tempo con i propri cari. Per i bambini e ai ragazzi della Neuropsichiatria dell’Infanzia e Adolescenza, invece, i giardini devono avere l’obiettivo di aiutarli a rientrare in contatto con la natura e con le proprie emozioni, in contrapposizione agli stimoli e alla fortissima influenza da parte delle nuove tecnologie, di internet e dei social media, che i giovani oggi subiscono. Incentivandoli a prendersi cura delle piante, seguendo e rispettando i tempi della natura, i ragazzi potranno aumentare la propria autostima e le abilità, migliorare la socializzazione e il confronto con gli altri.