Giornata Internazionale delle Cooperative

In occasione della Giornata Internazionale delle Cooperative, come ogni anno celebrata il primo sabato di luglio, il Presdeinte di Federsolidarietà, coordinamento delle Cooperative sociali al quale aderisce IN CAMMINO, ha pubblicato un’interessante riflessione che volentieri condividiamo con i nostri lettori.

Ecco il testo integrale.

Lavoro sociale e nuove povertà, il ruolo delle cooperative per non far fuggire i giovani

di Stefano Granata – Presidente di Confcooperative Federsolidarietà

Le cooperative sociali hanno ancora un ruolo sociale importante e, soprattutto, lo avranno nel corso dei prossimi anni?

Sembra una domanda ad alta intensità retorica, poiché è universalmente riconosciuto quanto esse siano state determinanti nella costruzione del sistema di welfare del nostro Paese nel corso degli ultimi 30 anni. Gran parte dei servizi di natura educativa, socio assistenziali e di prossimità alle fragilità più conclamate sono state progettati e gestiti da cooperative sociali. Per non parlare del fiore all’occhiello nel panorama europeo rappresentato dalle cooperative di inclusione lavorativa, capaci di dare dignità e opportunità di riscatto a migliaia di persone altrimenti destinate a rimanere ai margini del vivere sociale.

Tuttavia non si può eludere il contesto attuale che vede profondamente cambiata la domanda sociale, caratterizzata dall’inasprimento delle diseguaglianze, dilatato dalle transazioni digitali e ambientali, e dalla liquidità di una vulnerabilità diffusa. Oggi il mondo dell’impresa sociale è fortemente chiamato a rinnovare la propria capacità trasformativa riformulando la propria vision e riscoprendo il senso delle proprie origini.

Il primo passo da compiere sarà quello di scartare la deriva che vuole ridurre le cooperative sociali a meri erogatori di servizi per accreditarsi, invece, come soggetti in grado di avviare autentici processi di cittadinanza attiva attraverso strumenti imprenditoriali.

Allo stesso tempo si dovranno rivedere i modelli organizzativi imprenditoriali, implementare competenze per realizzare vera innovazione, assunzione del rischio e costruzione di nuove alleanze.

Occorrerà ridefinire il rapporto con la Pubblica Amministrazione: un atteggiamento di generale sudditanza ha generato un sistema che schiaccia la cooperazione sociale ad una funzione essenzialmente esecutrice, sterilizzando la capacità di leggere la domanda sociale.

Dare valore al lavoro sociale. Non c’è riconoscimento sociale e quindi economico, specie da parte del mercato pubblico. Non è più pensabile pretendere alta professionalità e motivazione per 1.200 euro al mese, non è più sostenibile. Le prime conseguenze sono già sotto gli occhi di tutti: da una parte scadimento dei livelli qualitativi dei servizi e dall’altra parte una crisi vocazionale professionale in quanto le nuove generazioni, stante le attuali condizioni, non sentono appeal per il lavoro sociale. Senza di loro non ci potrà essere una nuova stagione per la cooperazione sociale.

(pubblicato su “Buone Notizie – Corriere della Sera” del 3 luglio 2023 in occasione della Giornata Internazionale delle Cooperative celebrata sabato 1 luglio 2023)

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