Falsa semina: cos’è e come funziona

La falsa semina, nota anche come finta semina, è una tecnica agronomica che permette di migliorare i risultati delle semine e garantire un’ottima resa con ogni tipo di coltura: riso, grano, frumento, soia, eccetera.
Riscoperto recentemente grazie alla crescente diffusione dell’agricoltura biologica (settore che, non potendo fare affidamento sull’utilizzo di diserbanti chimici, deve necessariamente ricorrere a tecniche alternative per il controllo delle infestanti), questo approccio alla semina può però essere utilizzato anche per giardini e prati.

Ma precisamente, in cosa consiste la falsa semina? Vediamo cos’è, come funziona, e quali vantaggi e svantaggi può comportare.

Cos’è e come si fa la falsa semina

La falsa semina è una tecnica di diserbo naturale che consiste nel gestire il terreno, opportunamente preparato, come se fosse stato effettivamente seminato, anche se in realtà ciò non è avvenuto.

La preparazione del terreno deve essere effettuata come di consueto e con leggero anticipo, compatibilmente con il tipo di coltura che si vorrà insediare: diserbo iniziale, dissodamento (aratura, fresatura, ecc.), livellatura, eventuali correzioni della composizione chimica e fisica, e tutte le altre lavorazioni solitamente necessarie.

Una volta pronto il letto di semina, si salta però il passaggio della posa dei semi, iniziando comunque a gestire il terreno come se questi fossero presenti e cercando quindi di creare le condizioni ottimali per la germinazione (se volete approfondire l’argomento, se ne parla nell’articolo sulla trasemina del prato). Nello specifico, sono tre gli elementi essenziali che non possono mancare: ossigeno (apportato attraverso le lavorazioni meccaniche di preparazione del terreno), luce e umidità (da mantenere costante con irrigazioni brevi ma frequenti, anche per più volte al giorno).

Questa particolare gestione non farà altro che stimolare la germinazione di tutte le infestati presenti negli strati più superficiali del terreno (e state tranquilli che, anche se non sembra, ci sono).
Dopo 7-15 giorni, quando gran parte delle infestati sarà spuntata, si dovrà procedere prontamente con la loro estirpazione chimica (mediante diserbo) o meccanica (eradicazione manuale o attraverso sarchiatore o altri appositi macchinari).

Questa operazione, che può essere compiuta una sola volta o ripetuta (per uno o due cicli di estirpazione quindi, escluso il diserbo iniziale pre lavorazione del terreno), permette di ottenere un letto di semina “vergine” e pronto per la semina vera e propria, dopo la quale il substrato dovrà continuare a essere mantenuto costantemente umido fino a germinazione completa.

Uno degli errori più frequentemente commessi è quello di lavorare nuovamente il terreno dopo la falsa semina (prima di quella vera e propria): questa operazione, oltre che essere inutile, rischia infatti di vanificare tutto il lavoro fatto nelle settimane precedenti, dal momento che potrebbe portare in superficie altri semi di infestanti che prima si trovano a profondità troppo elevate per poter germinare.
Mai rilavorare il terreno, a meno che non si tratti di una lieve rastrellatura o di una pacciamatura con un leggero strato di apposito terriccio per semine!

Vantaggi e svantaggi della falsa semina

La falsa semina è in grado di dare un grandissimo vantaggio iniziale sulle infestanti, che per le prime settimane saranno tenute sotto controllo senza ostacolare il corretto sviluppo della coltura desiderata, dandole modo e tempo sufficiente per colonizzare a dovere gli spazi.

Il principale e unico svantaggio della falsa semina sta invece nella durata dell’operazione e nel conseguente allungamento dei tempi, che si dilatano inevitabilmente di almeno una quindicina di giorni (necessari per la germinazione e l’eliminazione delle infestanti) rispetto a quelli occorrenti per una semina tradizionale.

È importante ricordarsi anche che la falsa semina, pur essendo sempre consigliata, è in grado di dare vantaggi solo nel breve periodo: prima o poi nuovi semi di infestanti arriveranno nel terreno, trasportati da vento, acqua, animali e attrezzature, e a quel punto sarà necessario iniziare una strategia di controllo che passi attraverso alcune buone pratiche agronomiche (irrigazioni ponderate, pacciamature, ombreggiamenti, eradicazione pre emergenza, ecc.).

La falsa semina per il prato

Nonostante sia una tecnica prettamente agricola, la falsa semina può essere molto utile anche nella realizzazione dei prati. A chi non è capitato di seminare il giardino, dopo averlo preparato minuziosamente, e ritrovarsi comunque nelle settimane successive a dover combattere (spendendo soldi e tempo) con le malerbe che infestano il tappeto erboso e ne precludono il corretto sviluppo?

Ebbene, la falsa semina è l’unico metodo valido per ostacolare le erbe infestanti e dare il tempo necessario alle specie ornamentali per germinare e accestire, fino a colonizzare gli spazi e chiudere il prato, formando una trama fitta e prima di impurità. Provare per credere!

Conclusioni

La falsa semina è una tecnica di antica tradizione che purtroppo è stata abbandonata dopo la diffusione sul mercato dei diserbanti chimici (e del loro conseguente uso indiscriminato).
Fortunatamente però, grazie alla crescente sensibilità ecologica, e a causa delle sempre più stringenti norme sull’utilizzo dei prodotti fitosanitari (PAN), la falsa semina è tornata attuale, riniziando a essere utilizzata non solo in agricoltura, ma anche nella realizzazione di orti, prati e giardini residenziali.

Pagina originale > www.domuseconomy.it

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