Come coltivare il coriandolo: una guida

Il coriandolo è una pianta aromatica annuale apprezzata principalmente per i suoi frutti e le sue foglie, utilizzati nella cucina orientale e mediterranea. Parte della famiglia delle Apiaceae, la sua coltivazione risale al Neolitico. Spezia molto utilizzata dalle civiltà babilonese, egizia e greca, si presenta come una pianta che può raggiungere un’altezza di 60 cm circa, con le foglie inferiori abbastanza larghe, simili a quelle del prezzemolo, e fiori piccoli e graziosi color bianco o rosa, molto decorativi.

Il coriandolo si caratterizza anche per una fragranza gradevole, dovuta all’olio essenziale contenuto nei semi, e per le foglie dal sapore amarognolo.

Coltivazione del coriandolo

La pianta di coriandolo può essere coltivata tutto l’anno, per cui puoi decidere di piantarla in giardino sia in estate che in autunno. Si tratta di una coltura tropicale, che però non sopporta bene un clima eccessivamente caldo, come quello che sta caratterizzando il Mediterraneo a luglio e agosto negli ultimi anni.

L’ambiente perfetto di coltivazione è freddo e secco, poiché permette di produrre molti frutti. Naturalmente bisogna prestare attenzione alle gelate.

La pianta non è molto esigente, ha bisogno di un’irrigazione attenta e di un’esposizione adeguata. Per il resto, tutti possono provare a coltivarla nel proprio orto o in balcone perché regala numerose soddisfazioni.

Per quanto riguarda la cura in vaso, bisogna fare attenzione a stendere sul fondo del contenitore palline di argilla espansa, in modo da evitare il ristagno dell’acqua.

Dove piantare il coriandolo? Consigli sull’esposizione

Se è la prima volta che ci si approccia alla coltivazione del coriandolo, è necessario tenere a mente alcuni fattori che possono influire positivamente o negativamente sulla crescita della pianta.

Tra questi vi è l’ambiente scelto per la coltura. La semina dev’essere fatta all’aperto, preferibilmente tra fine marzo e inizio di settembre, e il terreno ha necessità di essere arato tra le 3 e 4 volte.

C’è chi preferisce coltivare prima in serra la pianta e poi trapiantarla. Molti esperti non riconoscono questo metodo come il migliore e consigliano invece di seminare direttamente nel terreno. La profondità dev’essere di circa 2 cm e la distanza tra i semi di circa 30 cm.

In questa prima fase, può essere utile utilizzare dei fertilizzanti naturali o specifici, che puoi trovare nei negozi specializzati o nei vivai.

Come e quando raccogliere il coriandolo?

Generalmente i frutti sono pronti per essere raccolti in 3 mesi o poco più. Puoi riconoscere la maturità dei frutti tramite un’attenta osservazione. Infatti, inizialmente presenteranno un colore verde, che si trasformerà con il tempo fino a diventare di un caldo marrone. Questo è il momento di raccolta.

A questo punto sarà utile tagliare le piante e appenderle sottosopra, aspettando poi che si stacchino i semi. Una volta essiccate, le piante di coriandolo potranno essere conservate in contenitori sottovuoto per preservarne il profumo.

I semi, invece, potranno essere impiegati in cucina o in ambito erboristico.

Coriandolo: irrigazione, fertilizzante e malattie

Quando innaffiare il coriandolo? A distanza di 3 giorni dalla semina bisogna fare la prima irrigazione. In genere, a seconda dell’umidità del terreno e del clima, si può bagnare la pianta ogni 10, massimo 15 giorni.

Attenzione, le piogge molto forti influiscono sul raccolto e la presenza di un clima nuvoloso durante la fioritura può portare alla proliferazione di parassiti.

Se si sta coltivando sul balcone una pianta di coriandolo, bisogna evitare di portarla fuori durante i mesi più caldi dell’estate, perché vi è il rischio di appassimento. Quando il coriandolo raggiunge 5 cm di altezza, si può cominciare a usare del fertilizzante biologico per farlo crescere meglio.

Inoltre, chi è in partenza per un soggiorno estivo e non ha modo di curare le sue piante, può seguire alcuni consigli per irrigare l’orto quando si è in vacanza.

Infine, per quanto riguarda le malattie, bisogna sapere che durante il periodo della germinazione la pianta è soggetta all’attacco di bruchi e poi afidi quando sbocciano i fiori.

Può essere utile impiegare dei fertilizzanti naturali e fare molta attenzione alla muffa grigia e all’Oidio, una malattia molto contagiosa che può rovinare un intero raccolto.

Pagina originale > www.lastampa.it

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