Piante grasse, quanto bagnarle? I consigli

Si tratta di piante adatte per i luoghi più aridi, dove per settimane potrebbe non piovere e, quando arriva il maltempo, le piogge sono intense ma di breve durata. Quindi, qual è la prima regola per curare al meglio le tue piante grasse? Puoi bagnare direttamente il terreno, usare una siringa senza ago alla base o servirti dello spruzzino per vaporizzare l’acqua. Poi, metti via l’annaffiatoio e assicurati che sotto il vaso ci sia un foro per rilasciare l’acqua in eccesso. È importante per evitare che l’acqua si accumuli, ristagni e faccia morire la pianta. Nonostante esistano delle differenze a seconda della specie, le piante grasse generalmente resistono senza acqua per circa due settimane. Non dimenticare, infine, di esporle alla luce del sole.

Se pensi che dopo aver comprato una pianta grassa puoi completamente dimenticartene, ti stai sbagliando. Non è del tutto vero che non hanno bisogno di nulla. Inutile dirlo: in estate le piante grasse trovano le condizioni ideali per crescere, trattandosi di specie abituate alle alte temperature. In tal caso però, monitora con più attenzione il terreno: in inverno potrebbero resistere per mesi senza acqua, ma con l’arrivo del caldo potrebbero necessitarne in maggiore quantità. In media, possono trascorrere circa 20 giorni prima di tornare ad annaffiarle. Tuttavia, non è una regola fissa: bagna le tue piante grasse quando ti accorgi che il terreno è completamente secco. E allora, come capire se la pianta è stata bagnata troppo poco?

Le caratteristiche delle loro foglie permettono di immagazzinare l’acqua necessaria per sopravvivere. Se noti delle grinze, significa che la tua pianta comincia a essere disidratata. Pian piano, le foglie rischierebbero di seccarsi e staccarsi dal terreno. Anche quando diventano troppo gialle o marroncine, unitamente a un terreno troppo secco, è necessario procedere con l’irrigazione.

Se le tue piante grasse ti chiedono acqua, è sufficiente armarsi di annaffiatoio e idratarle poco per volta. Ma se hai abbondato con le dosi d’acqua, c’è il rischio che marciscano. L’eccesso di liquidi, infatti, può essere deleterio per specie che – di natura – non necessitano grandi quantità di acqua. Alcuni segnali sono dei veri campanelli d’allarme.

Piante grasse, quanto bagnarle? I consigli

Se hai commesso qualche errore, bagnando eccessivamente le tue piante grasse, le foglie cominciano a essere molli e ad afflosciarsi. Alla base, potrebbe comparire della muffa. Il colore cambia, passando dal verde al giallo, fino ad annerirsi. Alla fine, le foglie rischiano di cadere e resta solo lo stelo. Insomma, è evidente che troppa acqua non si addice per niente a queste specie. Anzi, non esagerare perché rischi di farle morire.

Il fascino e i benefici

Le piante grasse, denominate anche “succulente e cactacee”, piacciono per il loro fascino esotico. Per forme, colori e resistenza, sono gettonatissime negli appartamenti, rappresentando un affascinante elemento di arredo.

Piante grasse, quanto bagnarle? I consigli

Non solo bellezza: le piante grasse sono più semplici da curare, ma hanno anche diversi benefici. In particolare, purificano l’aria. Eliminano le tossine ed evitano l’accumulo di monossido di carbonio. A differenza di altre piante, che nelle ore di buio rilasciano anidride carbonica, quelle “succulente” continuano a produrre ossigeno sia di giorno sia di notte. Quindi, perché non tenerne una in camera da letto? Sono l’ideale per respirare aria pulita. Alcuni studi, inoltre, hanno dimostrato che le piante grasse favoriscono la concentrazione e la capacità di memorizzare. Vuoi dire addio ai malanni di stagione? Regolando l’umidità, prevengono persino malattie come raffreddore, mal di gola e tosse. Non solo: se proprio non sei riuscito a sfuggire alla classica influenza, queste piante aiutano a guarire, riducendo i tempi di degenza. Inoltre, contribuiscono a rendere la pelle più morbida e luminosa.

Piante grasse, quanto bagnarle? I consigli

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